Interviste

- Marianna Monguzzi
Natura, memoria e design in conversazione. La sua mostra “Cartografías en conversación”, nel settembre del 2024 in Villa Brivio a Nova Milanese, ha segnato una nuova tappa nella collaborazione per l’arte contemporanea in Bolivia tra la Fondazione Rossi e lo spazio mARTadero

- Stefano Lorusso
SPAZI CULTURALI. Paola Corti racconta l’esperienza della sala milanese: ex cinema parrocchiale, oggi punto di riferimento per il cinema di qualità. Il suo successo è legato a un modello innovativo che include multiprogrammazione, film in lingua originale, incontri con i registi e grande attenzione all’esperienza di proiezione. Attira un pubblico giovane e si propone come un luogo di “mutuo soccorso” e cultura popolare, valorizzando il rito collettivo del cinema

- Tiziana Romanin
Chiara Nicolini, Edoardo Fontana, Sandro Berra e Valeria Brancaforte compongono un ritratto del fondatore delle Edizioni del Buon Tempo, una nicchia di “editoria privata e primitiva”, dove fare arte con la tipografia, invitare altri artisti e condividere con loro le gioie della composizione grafica e del dialogo tra testo e immagine.

- Antonio Ant Cornacchia
DISEGNO. Tra la Russia e l’Italia ha studiato arte tanti anni, ma oggi quando disegna «Cerco di entrare in uno stato di trance: meno ho controllo, più mi piace il risultato». L’amore per il cinema e per Bologna, il rapporto con gli editori e il blocco creativo causato dalla guerra.

- Michele Cornacchia
SCRITTURA. Racconta il mondo contemporaneo attraverso romanzi-saggio e romanzi “puri”. L’importanza della consapevolezza letteraria, i “libroidi”, l’eccessiva produzione nel settore editoriale e i fuorvianti criteri dell’ISTAT nel fotografarla. La precarietà degli scrittori? Una “scelta”. Quella dei lavoratori editoriali? «Devastante».

- Silvio Teot
MUSICA. «A Gaza si consuma un vero genocidio. Mi sono schierato apertamente in sostegno del popolo palestinese». «Si parla molto della questione energetica e molto poco dell’iniquità alimentare. Il cibo è la metafora della nostra esistenza». «Mi definisco un jazzista ma non credo nell’ortodossia del jazz. Perché è la musica più aperta e curiosa che ci sia».

- Stefano Lorusso
CINEMA. Esordisce con cortometraggi di finzione ma da subito, tra le strade di Palermo, comincia a raccontare la vita e i bambini di Palermo. Il cinema di Costanza Quatriglio è terra di confine e di oggetti “non identificabili”, in equilibrio instabile tra realtà e fiction. Una esplorazione capace di costruire mondi, debitrice delle lezioni di Abbas Kiarostami e Agnès Varda, che tiene insieme “la realtà, l’archivio, ma soprattutto il gioco con il cinema”.

- Antonio Ant Cornacchia
FOTOGRAFIA. «Il mio linguaggio fotografico è molto emotivo ed emozionale, cercando di toccare corde che probabilmente si trovano nelle viscere». «Il mio ruolo nella collettività è stimolare una riflessione per un possibile cambiamento, spinto da un’idea romantica di resilienza rivoluzionaria, in cui molti possano unirsi, diventare collettività, per cambiare un mondo nel quale non ci riconosciamo». «Quello israeliano è un progetto coloniale di apartheid etno-nazionalista che mira a cancellare l’identità palestinese».

- Letizia Grandolfo
POESIA. Giovanni Raboni per le sue poesie parlò di «una misteriosa quasi feroce semplicità». «Avevo 10 anni quando scoprii malamente di essere stata adottata. Cucii le labbra, feci il nodo, tutte le parole diventarono d’inchiostro». «Nelle nostre pagine, ognuno con la sua voce, tentiamo di schierarci con tutte le vittime che da millenni devono soccombere al male dell’homo homini lupus»