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Awand è una rivista culturale, stampata in tiratura limitata ogni tre mesi. Spirito da fanzine e aspetto curato ne fanno un prodotto irriducibile al consumo istantaneo, destinato a durare nel tempo per forma e contenuti.

Il sottotitolo è Tutte le arti in una rivista unica perché sulle sue pagine trovano spazio autrici e autori di tutti i linguaggi artistici: musica, cinema, teatro, scrittura, fotografia, disegno, arte visiva eccetera, e di ambiti come il design, la pubblicità, la moda... tutti quelli in cui la creatività fa la differenza. Su Awand se ne parla senza confonderne la natura, ma senza steccati fra uno e l’altro.

Awand è composta soprattutto da lunghe interviste a grandi maestri e nuove realtà, una scelta ben precisa per andare direttamente alla radice della creazione artistica, per conoscere le motivazioni profonde, i percorsi, la formazione, la poetica di chi nella vita ha scelto di dipingere, scrivere, filmare, suonare. Con una predilezione per chi ricerca rifuggendo da certezze, per chi ci aiuta a essere più consapevoli di chi siamo, di cosa facciamo, di quello che succede dentro e intorno a noi.

Insieme alle interviste, ogni numero propone portfolio e album di illustrazione, fotografia e scrittura curati dalla redazione in stretta collaborazione con le autrici e gli autori stessi. Completano la rivista poche ma preziose rubriche.

Il linguaggio adottato da Awand vuole essere inclusivo, affrontando in maniera chiara anche i temi più profondi e complessi. Un linguaggio semplice ma non banale.

Awand si pronuncia auànd. Nel dialetto barese significa letteralmente agguanta, afferra, ma in senso figurato significa fai attenzione. È un nome scelto per gioco, con spirito dadaista, per poi convincerci anche come esortazione.

Intorno a noi quasi tutto è impalpabile ancor più che digitale, tutto va a velocità folle scivolando sulla superficie, sfiorando questioni, consumando idee, merci, esistenze. Awand vuole essere inciampo, spingendo lettrici e lettori a respirare profondamente e dedicare il giusto tempo alla lettura e allo sguardo, eliminando le distrazioni, anche grafiche. Per dare la giusta attenzione alle parole, alle idee, alle persone.

 

 

Nei nostri primi due anni abbiamo intervistato e coinvolto (in ordine di apparizione): Guido Scarabottolo, Francesco Tullio Altan, Carmen Pellegrino, Elio De Capitani, Carmelo Eramo, Federico Dragogna dei Ministri, Alberto Casiraghy, Enzo e Lorenzo Mancuso, Alberto Zanchetta, Flaminio Gualdoni, Igort, Redi Hasa, Gianfranco Pannone, Chiara Fossati, Chandra Candiani, Ilaria Urbinati, Andrea Donaera, Bass Culture, Magda Rossi, Gabriella Giandelli, Ferdinando Scianna, Luca Bigazzi, Annamaria Testa, Maria Grazia Calandrone, Guido Mencari, Teho Teardo, Flavio Favelli, Angela D’Arrigo, Il progetto Westopia, Lorenzo Mattotti, Emma Dante, Cristina Donà, Daniele di Bonaventura, Maria Borio, Aurelio Amendola, Julie’s Haircut, Piccolo Cinema America, Jorge Fernandez Torres, Manuele Fior, Nadia Terranova, Anna Valeria Borsari, Vincenzo Zitello, Cristina Taverna, Andrea Inglese, Hugo Weber, Mimmo Ferraro di Squilibri Editore, Nelson Ramirez de Arellano Conde, Dome Bulfaro, Francesco Ciaponi, Tiziana Romanin, Mara Cerri, Roberta Sammarelli dei Verdena, Enrico Castellani e Valeria Raimondi di Babilonia Teatri, Daniele Vicari, Daniele Sepe, Francesca Genti, Sara Camporesi, Andrea Cati di Interno Poesia, Paolo Agrati, Virginia Mori, Giovanna Zoboli, Lino Vairetti, Maurizio Olivotto, Alessio “Pinuccio” Giannone, Mauro Ermanno Giovanardi, Dino Ignani, Fulvio De Rosa del Live Club, Silvia Schiavo, Yerba Mala Cartonera, José Muñoz, Andrea Segre, Giovanna Forlanelli, Enzo Avitabile, Numero Cromatico, Piergiorgio Maoloni, Angelo Rinaldi, Giovanni Cocco, Stefano Cipolla.

Ultimo aggiornamento: 20 agosto 2023