Mara Cerri / Roberta Sammarelli dei Verdena / Babilonia Teatri / Daniele Vicari / Daniele Sepe / Francesca Genti / Sara Camporesi / Paolo Agrati / Andrea Cati di Interno Poesia
Awand n. 6 - Dicembre / Inverno 2022-2023
In copertina. Mara Cerri
4. Intervista a Roberta Sammarelli dei Verdena
8. Intervista a Enrico Castellani e Valeria Raimondi di Babilonia Teatri
12. Intervista a Daniele Vicari
26. Intervista e portfolio Mara Cerri
38. La poesia di Francesca Genti
44. La fotografia di Sara Camporesi
52. Rubrica. Rivelazioni. Di Paolo Agrati
53. Rubrica. I luoghi dell’arte. Di Antonio Cornacchia
54. Rubrica. Ritratti di editoria indipendente. Di Francesco Ciaponi
55. Rubrica. I libri d’artista. Di Tiziana Romanin
56. Professioni. Intervista a Andrea Cati di Interno Poesia
60. Fondamenta. Fondazione Rossi 30+30
66. Qualche parola per chiudere. Antonio Machado
L'arte fighetta
Anni fa ad una serata di presentazione di realtà culturali di Milano e dintorni, chiesi ad alcuni ragazzi intervenuti cosa li spingesse a realizzare i loro progetti artistici. La risposta fu allo stesso tempo tenera e terrorizzante: «Li facciamo con leggerezza (sic), non c’è un vero motivo». L’episodio mi è tornato alla mente leggendo un recente testo di Christian Caliandro per Artribune in cui — la faccio breve — dà una definizione di arte fighetta: «(...) Il “fighetto” è in buona sostanza colui o colei che (appartenendo alla classe agiata, privilegiata, dominante), nonostante le apparenze progressiste sue, del suo aspetto esteriore, delle sue dichiarazioni e dei suoi lavori – nel caso sia un/un’artista ‒, non mette mai davvero minimamente in discussione lo status quo, cioè il sistema di valori condivisi appunto dalla propria classe di appartenenza e di riferimento. Il fighetto è dunque intimamente conservatore e reazionario (...)». Io non ne farei solo una questione di classe di appartenenza, ma di atteggiamento nei confronti dell’arte e quindi della vista.
Parliamo di questi atteggiamenti anche noi in questo numero, nell’intervista al regista Daniele Vicari (a proposito, bellissimo il suo nuovo Orlando) e in un certo senso in quella al musicista Daniele Sepe. Ma non ve le anticipo, basta sfogliare qualche pagina.
(...)