Con la saggista e consulente parliamo di comunicazione e creatività «Questa magnifica capacità umana di dar vita a un nuovo che migliora l’esistenza di tutti noi, o che la rende più bella, o che la rende più comoda, o perché l’allunga, o perché la rende più sana, più confortevole, o perché ci intrattiene, o perché la rende più divertente, più gustosa.»
Annamaria Testa è esperta di comunicazione e di creatività. Pubblicitaria, blogger e saggista, conta oltre vent’anni di docenza universitaria. Le abbiamo chiesto di spiegare ai lettori di Awand alcuni dei meccanismi alla base della pubblicità, della propaganda, dei social e dell’informazione. Passando per il sistema scolastico, le serie tv, gli audiolibri, le emozioni e molto altro ancora.
ML Hai cominciato disegnando.
Disegnavo come disegna una ragazzina: mi sarebbe piaciuto andare a Brera, ma i miei mi dissero “Te lo sogni!” e mi hanno spedito al Classico. Però ho continuato a disegnare per piacere. A un certo punto (ero al primo anno di università) ho avuto l’opportunità di presentarmi a un’agenzia pubblicitaria, ho pensato che qualcuno che sapeva disegnare poteva servire, ho portato degli schizzi, delle robe molto da dilettante. Questi le guardarono, non assomigliavano a nulla che potesse interessare loro, e mi dissero: “Tu hai fatto il Classico, come scrivi?” “Benissimo. Dei buoni voti nei temi mi hanno permesso di non aprire neanche il libro di fisica”. “Prova a fare il copywriter”. Pensavo che nella vita avrei fatto tutt’altro ed ero anche molto diffidente nei confronti della pubblicità (“Sei al servizio del sistema, l’espressione del capitalismo più bieco e consumista, ecc. ecc.”), ai tempi ero anche una ambientalista ante litteram. Poi ho scoperto che era un lavoro che sapevo fare bene, che poteva divertirmi. Dopo due anni ho detto “Beh, alcuni dei miei titoli li avete usati con i clienti… mi pagate?” E questi mi risposero “No, perché stai imparando”. E allora gli ho detto ciao. Ho preso la patente e poi ho vinto una borsa di studio. Mi sono trovata a studiare marketing alla Bocconi e poi sono entrata a lavorare all’Agenzia Italia con Emanuele Pirella, anche lì non pensando assolutamente che sarebbe stato il lavoro di una vita.
(...)