Giancarlo Elfo Ascari / Omar Sosa / Arianna Arcara / Aldo Nove / Max Collini / Sarah Gainsforth / Riccardo Vitanza / Davide Serino / Gioconda Segantini
Awand n. 16 - Estate 2025
In copertina Giancarlo Elfo Ascari
4. Musica. Intervista a Omar Sosa di Silvio Teot
10. Fotografia. Intervista a Arianna Arcara di Antonio Cornacchia
16. Portfolio. Arianna Arcara
24. Poesia. Intervista a Aldo Nove di Letizia Grandolfo
30. Disegno. Intervista a Giancarlo Elfo Ascari di Antonio Cornacchia
38. Portfolio. Giancarlo Elfo Ascari
46. Musica. Intervista a Max Collini degli Offlaga Disco Pax di Fabio Pozzi
52. Cultura. Intervista a Sarah Gainsforth di Michele Cornacchia
56. Cultura. Intervista a Riccardo Vitanza di Valeria Lucia Passoni
64. Cinema. Intervista a Davide Serino di Stefano Lorusso
71. Rubrica. Rivelazioni di Susanna Doccioli
72. Rubrica. Ritratti di editoria indipendente di Francesco Ciaponi
73. Rubrica. I libri d’artista di Tiziana Romanin
68. Rubrica. Un poco di buono
76. Fondamenta. Fondazione Rossi
Intervista a Gioconda Segantini di Marianna Monguzzi
La mia generazione.
«Ogni generazione, senza dubbio, si crede destinata a rifare il mondo. La mia sa che non lo rifarà. Il suo compito è forse più grande: consiste nell’impedire che il mondo si distrugga. Erede di una storia corrotta in cui si fondono le rivoluzioni fallite e le tecniche impazzite, la morte degli dei e le ideologie portate al parossismo, in cui mediocri poteri, privi ormai di ogni forza di convincimento, sono in grado oggi di distruggere tutto, in cui l’intelligenza si è prostituita fino a farsi serva dell’odio e dell’oppressione, questa generazione ha dovuto restaurare, per se stessa e per gli altri, fondandosi sulle sole negazioni, un po’ di ciò che fa la dignità di vivere e di morire. Davanti ad un mondo minacciato di disintegrazione, sul quale i nostri grandi inquisitori rischiano di stabilire per sempre il dominio della morte, la nostra generazione sa bene che dovrebbe, in una corsa pazza contro il tempo, restaurare fra le nazioni una pace che non sia quella della servitù, riconciliare di nuovo lavoro e cultura e ricreare con tutti gli uomini un’arca di alleanza. Non è certo che essa possa mai portare a buon fine questo compito immenso ma è certo che, in tutto il mondo, è già impegnata nella sua doppia scommessa di verità e di libertà e che, all’occasione, saprà morire senza odio. Per questo merita quindi di essere salutata e incoraggiata dovunque si trovi e soprattutto là dove si sacrifica.»
Dal discorso per l’accettazione del Premio Nobel per la letteratura 1957 di Albert Camus, il cui ritratto — disegnato da Giancarlo Elfo Ascari — è sulla copertina di questo numero.
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