Awand. Rivista analogica di arti e creatività

È una voce che non straborda e sa essere tagliente, minimalista nella sua precisione affilata. La poesia di Andrea Inglese ha quella caratteristica che risiede nella capacità di trattenere: il potere dell’inciampo, quello che ci fa fermare quando gli occhi si stanno muovendo sulla pagina e tocca il corpo oltre che la mente. Si tratta di una resistenza potente: non possiamo procedere perché in noi si è acceso qualcosa.

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La poesia di Andrea Inglese è un mondo complesso fatto di altri piccoli mondi. Eppure quando si sente la sua voce, la voce del poeta che legge le poesie, tutto è al proprio posto tra spazi bianchi e neri, pieni e vuoti. Una voce - e penso all’ultima lettura a cui ho assistito alle Manifatture Teatrali Milanesi durante un evento che riuniva tante interessanti voci poetiche contemporanee - che interpreta con ritmo cadenzato e serio una poesia che dice la realtà e la critica, la descrive e a volte la frantuma. È una voce che non straborda e sa essere tagliente, minimalista nella sua precisione affilata. La poesia di Andrea Inglese ha quella caratteristica che risiede nella capacità di trattenere: il potere dell’inciampo, quello che ci fa fermare quando gli occhi si stanno muovendo sulla pagina e tocca il corpo oltre che la mente. Si tratta di una resistenza potente: non possiamo procedere perché in noi si è acceso qualcosa.
Tra le caratteristiche comuni alle sue opere poetiche potremmo evidenziare la sperimentazione, i rimandi ad altre opere (letterarie e cinematografiche), una certa critica alla società contemporanea e la presenza di personaggi che rendono l’atmosfera quasi teatrale. Ne La grande anitra, ad esempio, tre personaggi, A.I., Minnie e Guardiano Notturno danno i loro tre punti di vista differenti sul mondo, proprio mentre se ne stanno all’interno del ventre di un grande anitrone, “isola di alterità” non così semplicemente interpretabile.
Di Milano e residente a Parigi, Andrea Inglese è poeta ma anche saggista e romanziere. Tra le opere di poesia ricordiamo Prove d’inconsistenza (VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998), Inventari (Zona, 2001) La distrazione (Luca Sossella, 2008), Commiato da Andromeda (Valigie Rosse, 2011), La grande anitra (Oèdipus, 2013) e Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato (in italiano per Italic Pequod, 2013, francese per NOUS e inglese per Patrician Press, 2017). Tra i saggi vi sono La confusione è ancella della menzogna (Quintadicopertina 2012) e Teoria & poesia (Biblion, 2018) curato con Paolo Giovannetti. I due romanzi Parigi è un desiderio e La vita adulta sono usciti per Ponte alle Grazie nel 2016 e nel 2021. Di quest’anno, la raccolta di racconti Stralunati per Italo Svevo. È tra i fondatori di Nazione Indiana oltre che curatore del progetto Descrizione del mondo.

 

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L'articolo integrale è pubblicato nel n. 5 di Awand, autunno 2022.
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Sara Elena Rossetti
Sara Elena Rossetti

Sara Elena Rossetti insegna lingua e civiltà inglese a Sesto San Giovanni (MI).

Ha lavorato come traduttrice per NextMediaLab, Fondazione Mudima, DesignVillage e Creativi Digitali. Ha collaborato come attrice e drammaturga con la compagnia teatrale Favola di Mattoni e ha girato con R. Cacciola il documentario Sogni? e con A. Sartori la videopoesia Who am I?.

Si è occupata della traduzione di poesie di Christina G. Rossetti (San Marco dei Giustiniani e GalassiaArte) e di Andrea Inglese (Patrician Press). Nel 2014 ha pubblicato una raccolta di poesie (Arcobaleno Rainbow, Patrician Press) e successivamente diversi aforismi con Edizioni Pulcinoelefante. Attualmente continua la ricerca poetica con MilleGru con cui si occupa principalmente di teatropoesia e poetry therapy.

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