Luca Giovanardi ripercorre quasi trent’anni di vita della band «Oggi i Julie’s non sono neanche più identificabili nell’indie rock di allora, veniamo rubricati un po’ nello psych, alcune volte nel prog, ma a noi piace questa cosa di essere difficili da inquadrare.»
I Julie's Haircut fotografati da Elisa Magnoni
Suoni spaziosi ed atmosfere ipnotiche: i Julie’s Haircut sono una band emiliana fondata a fine anni Novanta. Una spiccata personalità li rende estremamente riconoscibili, nel tempo hanno esplorato diverse sonorità, dal caloroso garage-rock del debutto fino a territori più sperimentali, raggiungendo un eclettismo che miscela rock e psichedelia, musica elettronica e minimalismo, con echi jazz, etnici, dub e drone.
Hanno collaborato con artisti del calibro di Damo Suzuki, Sonic Boom, Philip Corner, Valerio Cosi. Il loro ultimo disco, In the silence electric, è uscito poco prima dell’inizio della pandemia, a ottobre 2019 per Rocket Recordings.
Con Luca Giovanardi, tra i fondatori della band, abbiamo ripercorso la loro storia e riflettuto su come il panorama musicale si sia evoluto in questi quasi 30 anni.
Come e perché sono nati i Julie’s Haircut?
Bisogna fare un salto indietro nel tempo. Era il 1994 e abitavamo a Sassuolo, tutti gravitavamo attorno ad un piccolo circolo culturale che con altri amici appena più grandi avevamo messo in piedi ed in cui si organizzavano concerti ed attività varie.
Io e Nicola suonavamo in gruppi diversi, eravamo diventati amici grazie agli eventi a cui partecipavamo e Laura (Storchi, Ndr) era una mia amica: ha conosciuto Nicola e si sono innamorati. Da questo amore è nata una famiglia ma anche una band: i primi Julie’s con Laura che al tempo non sapeva suonare niente, Nicola che cantava e avrebbe imparato a fare due accordi alla chitarra, ed io che fui chiamato per suonare la batteria, cosa che non avevo mai fatto prima, e che passai alla chitarra non appena diventammo un quartetto. Perché siamo nati? Per divertimento e necessità di esprimerci.
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