Massimo Giacon / Nicola Lagioia / Silvia Vecchini / Paola Zukar / Masbedo / Mario Cresci / Gabriella Morelli / Alessandro Portelli / Domenico Mimì Notarangelo
Awand n. 11 - Primavera 2024
In copertina. Massimo Giacon
4. Letteratura. Intervista a Nicola Lagioia di Michele Cornacchia
8. Poesia. Intervista a Silvia Vecchini di Sara Elena Rossetti
16. Musica. Intervista a Paola Zukar di Valeria Lucia Passoni
22. Arti visive. Intervista ai Masbedo di Federica Boragina
28. Arti visive. Intervista a Mario Cresci di Antonio Cornacchia
34. Portfolio. Le immagini di Mario Cresci
42. Cultura. Intervista a Gabriella Morelli di Giulia Maria Falzea
48. Cultura. Intervista a Alessandro Portelli di Silvio Teot
54. Fumetto. Intervista a Massimo Giacon di Antonio Cornacchia
59. Portfolio. I disegni di Massimo Giacon
66. Ritratti. Domenico Mimì Notarangelo di Stefano Lorusso e Mino Vicenti
72. Rubrica. Ritratti di editoria indipendente di Francesco Ciaponi
73. Rubrica. I libri d’artista di Tiziana Romanin
74. Rubrica. Rivelazioni di Fabrizio Coppola
75. Rubrica. I luoghi dell’arte di Federica Duani
76. Fondamenta. Fondazione Rossi / Bice Bugatti Club e ADC Building Bridges: una prolifica sinergia artistica transcontinentale di Sofia Cantù
Cessate il fuoco, ora.
Cosa può fare una piccola rivista come Awand quando nel mondo si combattono guerre, quando l’esperienza dei secoli non ha insegnato nulla e si ammazzano migliaia e migliaia di bambini, donne e uomini che non hanno nessuna colpa?
Non molto. Ripetere l’invocazione del titolo qua sopra a lettori che sicuramente la pensano già come noi e non chiudere gli occhi, certo, e poi? Queste pagine parlano di arte attraverso le parole di chi l’arte è chiamato ad alimentarla, soprattutto quelle artiste e quegli artisti che lo fanno con consapevolezza e con quel pizzico di ingenuità, speranza e impegno necessari a credere sia possibile fare del mondo in cui viviamo un mondo migliore. Persone che non si arrendono all’idea che l’arte sia solo consolazione, decorazione, camomilla per addormentarsi sereni. La retorica stucchevole e sedativa della “bellezza” e delle emozioni fini a sé stesse addormenta le nostre coscienze e dà man forte ai sostenitori del TINA (There Is No Alternative).
Come dice Portelli «Pensavamo di poter cambiare il mondo. Poi abbiamo cominciato a pensare che questo mondo andava bene e bastava fare qualche piccolo ritocco. Infine siamo diventati i difensori di questo mondo». E invece no. Ognuno faccia il proprio lavoro, ognuno faccia quel poco o tanto che può, perché un altro mondo è possibile, ma non lo avremo con i punti del supermercato.
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