Awand. Rivista analogica di arti e creatività

Ritratti. Testimoniò la vita culturale e la cronaca lucana e pugliese per moltssimi anni, fu corrispondente per Paese Sera, l’Unità e l’Espresso. Oggi il figlio Peppe cura l’archivio dei suoi materiali e nel 2023 il MAXXI di Roma gli ha dedicato una mostra.

domenico notarangelo

Foto Archivio Notarangelo

 

Domenico Notarangelo, per tutti Mimì, è stato per mezzo secolo un fondamentale punto di riferimento nella scena sociale materana e meridionale. Giornalista, fotografo, animatore culturale, attraverso l’impegno politico e la costituzione di un archivio personale, ha scandagliato e salvato dall’oblio un vasto patrimonio di memoria collettiva. Abbiamo intervistato suo figlio Peppe, che insieme ai fratelli prova a conservare e tenere viva questa importante eredità.

SL: Chi era e quante cose diverse è stato Mimì Notarangelo?

Mimì è stato una figura fisiologicamente coinvolta nel quarantennio di passaggio tra società rurale e modernità. Cresciuto in un’epoca in cui la passione politica coinvolgeva tutti, dopo il ventennio e la guerra. Da ragazzino si è innamorato del comunismo, di quel comunismo un po’ ottuso e ortodosso. Nasce a Sammichele di Bari, dove già da piccolo frequenta gli ambienti della Camera del Lavoro, e studia al Liceo Classico ad Amalfi. Dopo la scomparsa di entrambi i genitori, segue il fratello maggiore Stefano, diventato medico condotto, prima a Colobraro e poi a Matera. A Matera Mimì arriva già ventottenne e diventa in poco tempo segretario provinciale del partito, contribuendo ad un suo decisivo rafforzamento. Nel 1960 ottiene l’incarico di corrispondente per l’Unità dalla Basilicata. Questo ruolo di giornalista, di testimone dei cambiamenti che stavano avvenendo in quegli anni in una città come Matera, comincia ad avvicinarlo al ruolo di “raccoglitore della memoria”. Accanto all’impegno politico vive in pieno quello culturale, organizzando mostre di pittura, concerti, spettacoli teatrali. A metà degli anni ’70 rompe con il Partito Comunista, dopo aver di fatto realizzato ad Aliano il compromesso storico, eleggendo una giovane donna sindaco, e tentato di proporlo a Matera. Berlinguer gli disse che questo non si poteva fare, ci furono divergenze con altri dirigenti materani in materia di urbanistica e papà decise di lasciare il partito. Fu anche corrispondente per Paese sera e L’espresso.

SL: Quando si inserisce la fotografia nel suo percorso?

Da giornalista professionista inizia a corredare gli articoli con fotografie degli eventi, scattate con la Comet III di mia madre. Dopo averli spediti a Roma per lo sviluppo e ricevuti indietro, comincia quindi a conservare tutti i negativi, creando un suo archivio fotografico. Nel 1964 arriva a Matera Pasolini, e chiede al partito una sorta di protezione contro le aggressioni fasciste. Incontra mio padre, all’epoca anche segretario della Federazione Giovanile, e vede in lui una figura ed un volto interessante, tanto da volerlo nel Vangelo nel ruolo di un centurione. Con papà Pasolini visita anche luoghi che poi diventano set del film, come Barile, Lagopesole, e vive uno scambio molto intenso. Tra le richieste che Pasolini gli sottopone c’è per esempio quella di “cinquanta facce stronze e fasciste”, che papà ha l’idea di pescare nella sezione del Partito Comunista.

 

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L'articolo integrale è pubblicato nel n. 11 di Awand, primavera 2024.
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Stefano Lorusso
Stefano Lorusso

Medico e cinefilo, affianca da anni al camice bianco l’amore per il cinema, considerandolo la migliore delle terapie. È stato collaboratore della riviste Nocturno e  I-filmsonline. Dal  2010 è nella redazione di Paper Street , per cui segue ogni anno la Mostra del Cinema di Venezia.  È autore di saggi pubblicati sulle raccolte Il Divo di Paolo Sorrentino – La grandezza dell’enigma (2012) e Cento registi per cui vale la pena vivere (2015), editi da Falsopiano. Ha collaborato alla creazione del portale Longtake con schede sul cinema di Spielberg, Antonioni, Rosi, Wenders. Nel 2017 fonda il circolo di cultura cinematografica “Formiche Verdi”, attivo nell’organizzazione di numerose manifestazioni e rassegne. Speaker radiofonico, cineblogger, collezionista, esplora il cinema in molte direzioni, dalla ricerca musicale a quella iconografica legata alla produzione di manifesti e locandine.

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