Cultura. Da oltre dieci anni con il festival Conversazioni sul Futuro invita i protagonisti internazionali della cultura, dell’informazione e dell’attivismo «Con il nostro lavoro vogliamo dare un valore assoluto a parole come libertà e dignità. È un sogno che forse è un po’ al limite con l’utopia, però questo è quello che faccio e facciamo».
Gabriella Morelli ha creato l’associazione Diffondiamo Idee di Valore con cui organizza da oltre dieci anni a Lecce e in provincia il festival Conversazioni sul Futuro, dove invita i protagonisti internazionali della cultura, dell’informazione e dell’attivismo.
Chi sei e qual è il tuo lavoro?
Dovrei dire quelle frasi fatte “Parla per noi quello che facciamo”, che è vero, però capisco il senso della domanda. Mi costituisco subito: io non sono tornata a Lecce per scelta, non è una terra che ho scelto e non è stato un ritorno facile. Vivevo a Milano e mi occupavo di comunicazione sociale legata soprattutto al tema dei diritti civili e umani. A un certo punto però la vita ti pone davanti delle cose imprevedibili e questo mi ha portato ad andare e venire da Milano e a illudermi che avrei potuto tenere il piede in due scarpe e che sarebbe stato difficile ma possibile. Non è andata così e quindi mi sono ritrovata a Lecce e ho fatto delle scelte dolorose, nel senso che quando ti senti al posto giusto, al momento giusto, a fare le cose giuste per te, vedere quel lavoro o quel percorso di vita professionale e umano interrotto è una frattura. Per molti anni non mi sono sentita a casa però la vita è fatta di scelte molto più mobili rispetto a quelle che noi pensiamo. Quindi ho ricominciato a Lecce. All’inizio è stato molto difficile: mi sono trovata fuori contesto, non è un giudizio rispetto a quello che c’era, era un tessuto che non conoscevo, io ero un corpo estraneo, poi ho cominciato a dirmi che non potevo perdere troppo tempo a pensare a quello che avevo lasciato e che questo posto mi sembrava una riserva indiana. Ho cercato di mettere a frutto tutto il bagaglio che mi portavo dietro fatto di relazioni, di capacità di progettazione, di contatti, ho anche fatto degli incontri molto fortunati. Quando sei in un momento di necessità devi muoverti, devi essere tu che vai incontro alle cose, devi fare dei passi indietro, laddove dei passi indietro devono essere fatti, però devi metterti a disposizione di quello stato di necessità in cui ti trovi.
Quindi con l’idea di vedere quello che sarebbe successo nel 2012 ho organizato il TEDx, il format americano che ti porta a scegliere dei temi e a mettere insieme delle persone che possano parlarne. Ho creato così un gruppo di lavoro e dei rapporti umani e da lì sono nate moltissime iniziative. Quel passo è stato fondamentale perché è stato il mio termometro rispetto a quello che potevo fare e dare.
Ho imparato a stare in questa terra da un punto di vista completamente diverso, dopo di che è chiaro che la marginalità di un territorio che lamenta mancanze e opportunità resta sempre, però questo non vuol dire che sono necessariamente tutti difetti. I pregi ci sono, devi saper stare nel contesto, è come rimettersi al mondo e quando ti sei rimessa al mondo ti guardi intorno.
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