A Roma l’Associazione Piccolo cinema America gestisce il Troisi. I rapporti con la distribuzione, le politiche dei prezzi, la sala studio ma «Prima di tutto viene la comunità. È una esperienza che si educa nel suo crescere quotidiano. Nel rapporto con le persone, nel confronto, nella progettazione, nella gestione economica, in tutto.»
Foto di Alessandro Serranò
Il 13 Novembre 2012 un gruppo di ragazzi a Roma occupa l’immobile dismesso del vecchio Cinema America per rivendicare il diritto ad uno spazio di incontro culturale. È la nascita di una comunità che si sarebbe cementata, strada facendo, intorno al cinema come esperienza collettiva. Dopo aver portato con successo per anni il cinema nelle piazze della estate romana e vinto una durissima battaglia legale per difenderne la gratuità, i “ragazzi del Cinema America” a partire dal Settembre 2021 hanno in gestione una vera sala cinematografica: il rinato Cinema Troisi a Trastevere. Abbiamo chiesto a Valerio Carocci, presidente e fondatore della associazione Piccolo Cinema America, come sta andando.
Qual è il bilancio dei primi 6 mesi di attività del Cinema Troisi?
Siamo molto soddisfatti. Negli anni del cinema all’aperto abbiamo avuto grandissime folle ma sempre con un sottofondo di critica, da parte di un pezzo di industria cinematografica e di esercenti, sulla gratuità intesa come formula di svilimento del prodotto cinematografico e avvio di un processo che disabituasse il pubblico a fruire il cinema su grande schermo. La nostra battaglia invece nasceva proprio dall’idea che bisognava riportare le persone al cinema, e per fare questo abbiamo cercato di riportare il cinema nelle piazze della città, all’interno dell’offerta culturale dell’estate romana come aveva fatto in passato Renato Nicolini. Il tema principale che ci portavamo dietro era se il pubblico delle arene estive gratuite avrebbe continuato a seguirci nell’attività di un esercizio cinematografico con sbigliettamento. La sfida è stata vinta. Non solo in questi 6 mesi siamo stati la monosala d’Italia con più incassi, con 34.896 spettatori nonostante i mesi di capienza ridotta al 50%, ma abbiamo anche avuto, nello stesso semestre rispetto all’anno precedente alla pandemia, un numero di spettatori più alto in confronto alla sala che allora ne aveva registrati di più. Abbiamo quindi battuto il record di pubblico prepandemico in un periodo di pandemia.
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