
Giancarlo Onorato
- Fabio Pozzi
Nel 2010 il musicista rispondeva «Se non ti fai male, se non ti sporchi le mani, se non partecipi della realtà oggettiva, non puoi essere espressione del tuo tempo. Questo mi sembra che manchi molto al nostro tempo: una maggiore urgenza espressiva».

Stefano Ricci
- Antonio Ant Cornacchia
Dagli esordi illustrando Conan Doyle al Bartleby disegnato come un unico piano sequenza. Passando fra i matti, l’insegnamento, le riviste, gli editori europei, la musica e le serate live, da solo o in compagnia di altri grandi autori. Tutto comincia guardandosi intorno, perché «Osservare è già disegnare»

Simone Massi
- Antonio Cornacchia e Stefano Lorusso
ANIMAZIONE. Nei suoi film la memoria di un mondo contadino povero e duro ma semplice e trasparente. «Faccio cinema d’animazione a mano, con pochi mezzi, senza concessioni, senza amicizie e senza paracadute, è un atto di resistenza, con la minuscola». «Nella ricchezza della diversità ci deve essere qualcosa, in noi, che invece ci deve rendere uguali e valere sempre: il rispetto, la lealtà, la generosità, l’impegno, l’umiltà, l’accettazione della sconfitta.»

Piergiorgio Maoloni. Un ritratto
- Angelo Rinaldi
GRAFICA. «Per fare un lavoro bene o per farlo male ci vuole lo stesso tempo, allora tanto vale farlo bene». Ritratto di un Maestro come lo sono stati Steiner, Munari, Castiglioni, Trevisani, Mari e molti altri che hanno contribuito con il loro genio alla grande scuola della grafica italiana.

Cristina Donà
- Fabio Pozzi
«L’arte secondo me deve sempre aprire, ti deve offrire dei modi nuovi di interpretare la realtà, che possono essere salvifici. Se davanti a te hai solo una porta chiusa, implodi. Invece una parola, un’immagine, qualcosa che faccia funzionare la tua immaginazione e che apre dei nuovi scenari, diventa motivo di vita.»

Ilaria Urbinati
- Antonio Ant Cornacchia
Che illustri la posta del cuore de La Stampa o che ritragga India, l’insegnante affetta da crisi
di panico in “Il mare verticale”, lei è sempre Ilaria “quella brava a disegnare”.
«Il disegno è quella roba mia speciale, poi credo che sarei me stessa anche senza fare questo lavoro, ma è un grosso punto interrogativo. Forse anche un po’ una paura»

Pepsy Romanoff
- Valeria Lucia Passoni
Arti visive. Dirige videoclip per rocker e rapper, show live e per la tv. È il regista di “Il Supervissuto”, la docu-serie che racconta la vita di Vasco Rossi su Netflix, ma è anche fotografo, art director e ha cominciato come grafico. «Ho sempre continuato a lasciarmi contaminare, dal cinema, dai cortometraggi e dalla fotografia, che mi ha arricchito tantissimo: ha la potenza di saper raccontare una storia con un’immagine sola, arrivando all’essenza del discorso».

Caterina Cappelli
- Awand
È sua l’illustrazione vincitrice dell’AwandAward 2024 e sulla copertina di questo numero di Awand. Ha 22 anni e sta per completare la triennale in Graphic Design e Art Direction: «Sogno un futuro in cui il mio lavoro possa crescere ed evolversi, acquisendo nuove sfumature e un tratto sempre più distintivo. Mi auguro di vivere in un mondo che sappia comunicare e risolvere pacificamente i suoi conflitti.»

Lino Vairetti
- Silvio Teot
Artista visivo e direttore artistico, come musicista con gli Osanna ha fatto la storia del progressive rock in Italia: «Uno dei meriti del prog, forse il più grande, fu coniugare tante cose insieme: musicisti, artisti, fotografi… Fu una rivoluzione nella comunicazione artistica»

Maurizio Olivotto
- Tiziana Romanin
«Fare libri d’artista è un esercizio estremamente riflessivo e intimo, che vuole tempi lunghi e questo bisogna riuscire a trasmetterlo anche a chi guarda.» «È il percorso che porta a cambiare i punti di vista, fa sgorgare l’inconsueto. Nella pratica delle arti ma anche nella vita»
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