Scrittrice ed editrice, insieme a Paolo Canton nel 2004 ha creato Topipittori, specializzata in volumi per bambini e ragazzi «Cerchiamo sempre di offrire un’esperienza importante — che non vuol dire seriosa o noiosa — un’esperienza che resti, che costituisca un incontro, che colpisca, faccia pensare».
Giovanna Zoboli in un ritratto di Riccardo Guasco
Giovanna Zoboli è una scrittrice milanese. Nel 2004, con Paolo Canton, ha fondato Topipittori, casa editrice specializzata in libri illustrati per bambini e ragazzi. Questa intervista riporta alcuni momenti della presentazione, alla libreria Elsa di Francesca Giulia Menozzi, di Bambini, raccolta poetica che Zoboli ha pubblicato nel 2022 con Interno Poesia. Più che una intervista, una chiacchierata in cui sono intervenuti anche lo stesso Canton, la libraia e Anna Penone, della Biblioteca Cederna di Monza.
Antonio Cornacchia. In passato hai scritto che il modo in cui osservi i bambini determina anche il modo in cui lavori alla produzione dei libri, cosa significa?
Giovanna Zoboli. Ho un rapporto molto forte e stretto con i libri, fin da piccola, le fiabe sono racconti che porto con me da quando ancora non sapevo leggere. Nel catalogo di Topipittori, infatti, c’è una collana dedicata alle fiabe — classiche, tradizionali, popolari … — quelle che oggi in molte famiglie si evita di leggere ai bambini perché considerate cruente, paurose. Paradossalmente sono quelle che gli interessano di più. Un’altra cosa che mi piaceva molto leggere era la poesia. Mio padre le aveva dedicato alcuni scaffali della libreria, a casa, a cui avevo accesso. È stata una scoperta fulminante — e infatti nel nostro catalogo c’è anche una collana di poesia. Stessa cosa per i libri d’arte e il rapporto con la qualità artistica dell’immagine, con la tradizione straordinaria dell’illustrazione per bambini. Queste sono tutte esperienze che hanno fatto parte della mia vita, entrate poi nel mio percorso professionale e, quindi, nelle nostre scelte editoriali. Una cosa che ci dicevano, quando abbiamo cominciato a fare gli editori, è che Topipittori faceva libri «per i figli degli architetti», espressione nata in relazione al pubblico della Emme Edizioni di Rosellina Archinto. Per fortuna, oggi, col tempo le cose sono un po’ cambiate.
AC Naturalmente non sono i bambini a comprare, ma i genitori. Cosa significa ragionare per l’occhio del genitore o del bambino?
GZ Il nostro pubblico va dai bambini piccolissimi fino agli adolescenti, anche se abbiamo collane per ragazzi più grandi e anche per adulti (Topi Immaginari, per esempio). Se ci vengono proposti testi, magari anche belli, ma che non funzionano per ragazzi perché richiedono capacità di lettura o conoscenze adulte, di solito non li pubblichiamo. Ma questo non corrisponde a un pensiero limitante, non significa abbassare il livello. Attraverso i libri cerchiamo sempre di offrire un’esperienza importante — che non vuol dire seriosa o noiosa, leggere può essere molto divertente — significa un’esperienza che resti, che costituisca un incontro, che colpisca, faccia pensare. Agli adulti — genitori, librai, bibliotecari, insegnanti — dedichiamo molta formazione. La collana I Topi Saggi è nata con questa intenzione ed è stata accolta con entusiasmo. Del volume A scuola con gli albi di Antonella Capetti abbiamo venduto diecimila copie, molte per un saggio.
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