È sua l’illustrazione vincitrice dell’AwandAward 2024 e sulla copertina di questo numero di Awand. Ha 22 anni e sta per completare la triennale in Graphic Design e Art Direction: «Sogno un futuro in cui il mio lavoro possa crescere ed evolversi, acquisendo nuove sfumature e un tratto sempre più distintivo. Mi auguro di vivere in un mondo che sappia comunicare e risolvere pacificamente i suoi conflitti.»
Chi è Caterina Cappelli?
Ho 22 anni e vivo a Milano. Ho frequentato il Liceo Artistico Orsoline e ora sono all’ultimo anno della triennale alla NABA e sto per concludere il mio percorso di studi, concentrandomi sulla tesi. Trascorro gran parte delle giornate a casa, disegnando, leggendo e in aula per le revisioni con il mio relatore. In questo periodo, visto che ho molto tempo libero, cerco di partecipare, quando posso, a concorsi di illustrazione per mettermi in gioco. Esco spesso con i miei amici per eventi, mostre o semplicemente per un aperitivo.
Che importanza ha il disegno per te?
Per me il disegno è un modo per superare le barriere linguistiche e comunicare con chiunque senza usare le parole. È anche un mezzo per conoscersi e farsi conoscere, mostrando la propria sensibilità.
È un modo per raccontare la realtà che mi circonda. È un’attività rilassante, anche se a volte può essere frustrante quando le cose non vengono come le pensiamo. Altre volte, invece, regala grandi soddisfazioni. Il disegno è un punto di riferimento importante, qualcosa che è essenziale per la mia vita. Lo studio e l’impegno di questi anni è servito perché non rimanga solo una passione, ma diventi anche il mio lavoro.
Come ti sei avvicinata all’illustrazione?
Fin da piccola, disegnare è sempre stata l’attività creativa con cui sentirmi in armonia con me stessa. Con il tempo, ho cercato di perfezionarmi seguendo tutorial su YouTube e chiedendo consigli ai miei insegnanti, anche se sapevo di avere ancora moltissima strada da fare. Quando è arrivato il momento di scegliere l’università, ho proseguito senza incertezze verso l’ambito artistico. Ho cercato un corso che si avvicinasse anche al mondo dell’illustrazione, e questa scelta ha rafforzato ancora di più la mia passione. Solo di recente ho capito quanto sia importante, come futura illustratrice, far conoscere il mio lavoro. Quindi sto lavorando per dare più visibilità alle mie creazioni. Ho iniziato ad arricchire il mio profilo Instagram con i miei disegni, trasformandolo in uno spazio dedicato alla mia crescita artistica e alla condivisione del mio percorso.
Nella tua famiglia il disegno e l’arte che spazio hanno?
Mia mamma è architetto e mio padre fa il falegname. Entrambi sono bravi nel disegno. Mia mamma, mi ha sempre incoraggiato e ha sempre creduto nelle mie capacità. Mio padre mi ha trasmesso una grande manualità.
Pensi che chiunque possa imparare a disegnare?
Assolutamente sì. Non serve essere dei geni nella prospettiva o nell’anatomia per diventare ottimi disegnatori, ma è fondamentale studiare e applicarsi con costanza, come in qualsiasi altra disciplina. Certo, esistono i super talentuosi, ma con impegno e dedizione sono convinta che chiunque possa raggiungere un buon livello. Sicuramente un contesto stimolante, con bravi insegnati può aiutare.
Cosa è possibile imparare e cosa no del disegno?
Per imparare a disegnare è necessario studiare, sperimentare e avere molta pazienza. Ma soprattutto, credo che chi desidera diventare bravo debba coltivare una grande passione: quella forza che ti spinge a migliorare, a essere curioso e a superare i fallimenti senza mai arrenderti.
Hai autrici o autori di riferimento?
Seguo diversi illustratori e illustratrici che mi ispirano ogni giorno e mi spingono a migliorare. Per me sono un po’ degli “irraggiungibili”; vorrei riuscire ad avvicinarmi al loro livello e acquisire almeno un decimo del loro potenziale. In questo periodo mi capita spesso di guardare con attenzione alcuni lavori di Lorenzo Mattotti, Andrea Serio, Marion Sonet, Joanna Concejo e Isabelle Simler.
Oltre al disegno quali linguaggi artistici incontrano il tuo interesse?
Mi piace il cinema e cerco di andarci ogni volta che trovo un film che mi ispira, anche in lingua originale, oppure mi lascio guidare da amici che ne sanno molto più di me. Spesso mi ritrovo a guardare film che escono dalla mia comfort zone, ma, anche se a volte mi sembrano particolarmente strani, alla fine trovo sempre qualcosa di interessante. Imparo sempre qualcosa di nuovo e mi sento un po’ più arricchita.
Cosa attira di solito la tua attenzione nelle opere degli altri?
A volte mi colpisce il modo in cui viene interpretata una tematica, soprattutto quando non si tratta di una semplice rappresentazione didascalica. Mi incuriosisce se c’è una tecnica particolare, o un bel taglio dell’immagine. Quando il lavoro di qualcuno mi attrae, trovo interessante pensare a come l’avrei raffigurato io. La sua creatività mi parla, rivelandomi quanto sia variegato e ricco di possibilità questo mondo. Ogni tanto scoprire opere semplici, originali ed efficaci rafforza in me l’idea di cosa significhi essere un vero illustratore o artista.
C’è un ambito particolare in cui vorresti lavorare?
Mi piacerebbe lavorare nel mondo dell’editoria, realizzando illustrazioni per libri e copertine, riviste e magazine, articoli di giornale, e magari, un giorno, avere anche l’opportunità di collaborare con un’azienda per creare un visual destinato al packaging di un prodotto commerciale. Al momento non ho avuto molte opportunità lavorative, se non un paio di illustrazioni per il magazine Maremosso di Feltrinelli. Sono aperta a qualsiasi progetto e entusiasta di poter comunicare attraverso le mie immagini illustrate, rendendo unico ogni progetto su cui lavoro.
Come immagini il tuo futuro?
Immagino il mio futuro come l’ho rappresentato nell’illustrazione, che ho presentato al concorso: un tuffo in un mare sconosciuto, pieno di possibilità, cambiamenti, speranze e dubbi. Lo vedo come un percorso incerto, che richiede coraggio per essere affrontato, ma che promette anche grandi opportunità.
Al mio fianco, nell’attesa di imparare “a nuotare”, ci sono la mia famiglia, i miei amici e le competenze che ho acquisito con il tempo. Sono questi, i braccioli che mi sostengono nei momenti di incertezza e mi spingono a guardare avanti con fiducia.
Sogno un futuro in cui il mio lavoro possa crescere ed evolversi, acquisendo nuove sfumature e un tratto sempre più distintivo.
Mi auguro di vivere in un mondo che sappia comunicare e risolvere pacificamente i suoi conflitti.
Un mondo che impari ogni giorno ad evolversi, ma senza mai perdere la sua umanità. E nel mio piccolo, spero di contribuire a questo cambiamento attraverso la mia creatività, lasciando un’impronta unica tramite il mio lavoro artistico.
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