Interviste

- Stefano Lorusso
Da più di sessanta anni è assoluto protagonista del cinema di animazione in Italia: i primi corti, la nascita dello Studio e la collaborazione con Guido Manuli, i leggendari lungometraggi West and Soda e Allegro non troppo, fino ai disegni animati per Quark di Piero Angela. Oggi vive l’impegno in difesa degli animali e continua a coltivare uno sguardo in cerca di prospettive inedite sul mondo.

- Marianna Monguzzi
Il colore come bussola del contemporaneo: previsioni e tendenze secondo Color Coloris

- Stefano Lorusso
Con la sua casa editrice Sagoma e con il podcast “Non c’è niente da ridere” si spende per tenere viva la memoria dei grandi comici del passato e combatterne l’oblio. Abbiamo parlato di libertà e censura nella comicità con lui che dice di essere «Aggressivamente contro qualsiasi forma di rimozione o cancellazione dei contributi artistici»

- Silvio Teot
Racconta la musica pop dagli anni Settanta. Il mestiere, le amicizie, le rivalità, le ruggini. E un allarme: «I concerti costano troppo, pagare 60 euro per stare in piedi, in mezzo
al fango e non vedere niente mi fa pensare che il fanatismo ha vinto sulla curiosità».

- Stefano Lorusso
Ultimo grande caposcuola dell’arte del manifesto cinematografico in Italia, Renato Casaro con i suoi bozzetti e una produzione sterminata ha attraversato 50 anni di cinema. Ora che il cinema dipinto finalmente ottiene il riconoscimento che merita il futuro è tutto da scrivere, o da disegnare: «Penso che ci siano giovani che vorranno portare avanti questa tradizione, innovandola.»

- Antonio Ant Cornacchia e Fabio Pozzi
Da circa trent’anni è una delle penne più ispirate della musica indipendente italiana. Prima con gli Scisma e poi come solista (anche se, come dice, è sempre a capo di un gruppo), ha descritto in parole e musica la complessità dell’animo umano come pochi altri hanno saputo fare.

- Federica Boragina
ei manifesti in bianco e nero e la Biennale di Mosca. George Hardie, la storia come strumento di progettazione, il Compasso d’oro, l’insegnamento, Duchamp, Celant e Szeemann. Come in un gioco di enigmistica in cui la figura si rivela solo se l’occhio è attento e scruta la pagina: ritratto a matita di un maestro della grafica contemporanea.

- Antonio Ant Cornacchia
Dagli esordi illustrando Conan Doyle al Bartleby disegnato come un unico piano sequenza. Passando fra i matti, l’insegnamento, le riviste, gli editori europei, la musica e le serate live, da solo o in compagnia di altri grandi autori. Tutto comincia guardandosi intorno, perché «Osservare è già disegnare»

- Michele Cornacchia
Nel suo ultimo libro “Le grandi dimissioni” ha raccolto storie dall’Italia e dal mondo sulla crescente domanda di una nuova organizzazione del lavoro. Aumentano le proteste e cresce il numero di dimissioni volontarie a fronte di stipendi bassi e condizioni di lavoro che schiacciano le persone. È una nuova istanza politica: il tempo di riprendersi la vita.