Awand. Rivista analogica di arti e creatività

john sinclair

 

Inauguro questa rubrica sulle personalità che hanno fatto la storia dell’underground press partendo da John Sinclair, scrittore e poeta, ultimo irriducibile sognatore di mondi per cui è e sarà sempre necessario lottare.

Sinclair è nato il 2 ottobre 1941 a Flint, Michigan. Da adolescente si appassiona alla musica “acida” preferendo però i ritmi selvaggi di band allora sconosciute quali The Stooges e MC5 che anticipano quello che un decennio dopo sarà il punk.

Frequenta l’Università del Michigan per poi proseguire a Detroit abbandonando però gli studi nel 1965 quando oramai l’attrazione per la controcultura si è fatta impossibile da ignorare.

Nel 1966, insieme alla sua compagna Leni Arndt, fonda il Detroit Artists Workshop, un collettivo di artisti rivoluzionari che comprende personaggi quali il poeta Robin Eichele, il trombettista Charles Moore e altre dodici persone con cui realizza la sua prima rivista dal titolo Guerilla, un formato tabloid di “cultura e rivoluzione”.

Nel frattempo lavora come corrispondente locale per le riviste musicali Downbeat e Jazz ed i suoi articoli fanno capolino sui più importanti underground paper del tempo come San Francisco Oracle, Kaleidoscope, Seed e The Paper. Sempre nel 1966 diventa il manager degli MC5, band di culto di cui fa parte anche Fred “Sonic” Smith, futuro marito della poetessa e cantante Patti.

L’estate del 1967 lo vede fra i protagonisti delle “rivolte di Detroit”, una serie di sommosse presto attecchite in tutti gli Stati Uniti, scatenate da un raid della polizia in un bar frequentato da afroamericani a Detroit. Sinclair decide allora che è tempo di organizzare la risposta, ma è necessario un luogo meno “esposto” e opta per la piccola cittadina di Ann Arbor, appena fuori Detroit, dove fonda quella che sarà la sua più importante rivista underground, l’Ann Arbor Sun.

Nel frattempo esce il primo (ed unico) album degli MC5, un disco rumorosissimo registrato al Grande Ballroom di Detroit nel 1968 e la promozione è accompagnata dalla dichiarazione di Sinclair dove annuncia la nascita dell’organizzazione politica radicale delle White Panther, in aperta opposizione alla guerra in Vietnam e alla guerra alla marijuana; in sostanza contro il governo degli Stati Uniti. Ad oggi, il White Panther Party, definito dall’FBI come «potenzialmente la più grande e pericolosa delle organizzazioni rivoluzionarie negli Stati Uniti», rimane l’unico partito politico mai formato da una rock’n’roll band. 

Passano pochi mesi e Sinclair, dopo aver venduto a un agente di polizia sotto copertura due canne di marijuana, viene arrestato, per lui si tratta della terza condanna per reati simili e quindi viene condannato alla pena massima, ben dieci anni di carcere. 

La sua instancabile attività non si interrompe, anzi, se possibile si fa ancora più convinta e articolata come si evince dal libro che scrive dietro le sbarre dal titolo Guitar Army[1], una raccolta di scritti in cui si delinea la sua idea di controcultura.

Nel mentre Sinclair è recluso prima nel carcere di massima sicurezza di Marquette e poi nella prigione di Jackson dal 1969 al 1971, il movimento si mobilita per la sua scarcerazione attraverso una serie infinita di sit-in, boicottaggi e manifestazioni che culminano nel John Sinclair Freedom Rally, evento svoltosi il 10 dicembre 1971 a cui partecipano Phil Ochs, Stevie Wonder, il presidente del Black Panther Party Bobby Seale, Allen Ginsberg, Jerry Rubin, John Lennon e Yoko Ono, quest’ultimi autori del brano John Sinclair[2]

Tre giorni dopo lo svolgimento della manifestazione, Sinclair viene rilasciato e la sua condanna annullata per mancanza di prove.

Una volta libero, Sinclair torna a Detroit da dove continua, ancora oggi, a sensibilizzare attraverso radio, web e carta stampata, sui temi a lui cari della libertà di genere, di espressione, di utilizzo delle sostanze e in favore di ogni tipo di minoranza, che, a distanza di anni, appaiono (ahimè) più attuali che mai.

 

[1]    J. SINCLAIR, Guitar army, Stampa Alternativa, Viterbo, 2007.

[2]    Il brano John Sinclair fa parte dell’album: J. LENNON e Y. ONO, Some Time in New York City, Apple/EMI, 1972.

 

the firebrand

 

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L'articolo integrale è pubblicato nel n. 5 di Awand, autunno 2022.
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Francesco Ciaponi
Francesco Ciaponi
Francesco Ciaponi (Pontedera, 1978) è docente di Storia della Stampa e dell’Editoria all’Accademia di belle Arti di Brera, alla LABA Libera Accademia di Belle Arti di Rimini e di Comunicazione visiva all’Istituto Modartech di Pontedera. Fondatore del Centro Studi EdF, progetto di ricerca sulle forme più marginali e sperimentali della comunicazione, ha curato per Lazy Dog insieme a Silvia Sfligiotti il secondo volume della collana di Antologia di cultura grafica dedicata alle Controculture. Il suo ultimo libro è “Fanzine culture” edito da Flaco Edizioni (2024).

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