Lorenzo Mattotti
- Antonio Ant Cornacchia
«La cosa importante quando disegno sono io con la mia storia, con tutto il mio bagaglio personale, la mia esperienza, il mio lavoro, Il mio mondo. Per quello forse non mi piace neanche più leggere libri a fumetti, non sono più affascinato come ero da ragazzino. Uno potrebbe dirmi non sei più curioso, diciamo che sono molto curioso di quello che posso trovare dentro me stesso.»
Daniele di Bonaventura
- Silvio Teot
Marchigiano, convive con la terra che trema costantemente sotto i suoi piedi. Ma ha un polmone in più che è il mantice del suo bandoneon e non smette di avere progetti nuovi per la testa. Forse la musica può sfidare le guerre e le pandemie. Forse.
Cristina Donà
- Fabio Pozzi
«L’arte secondo me deve sempre aprire, ti deve offrire dei modi nuovi di interpretare la realtà, che possono essere salvifici. Se davanti a te hai solo una porta chiusa, implodi. Invece una parola, un’immagine, qualcosa che faccia funzionare la tua immaginazione e che apre dei nuovi scenari, diventa motivo di vita.»
Emma Dante
- Giulia Maria Falzea
Donna, attrice, regista, autrice, madre e palermitana. Ha vinto il premio UBU, il premio Le maschere, ha diretto la Carmen alla Scala, è stata regista principale del Teatro Biondo di Palermo. Il suo è un vocabolario di corpi, famiglie, dolore e amore. E mentre inventa nuovi lemmi, resta, in fondo, una vastasa.
Il progetto Westopia
- Awand
Ideato da Parasite2 in collaborazione con gli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Brera. L’utopia a 500 anni da Thomas More: l’identità collettiva, le bandiere, l’architettura planetaria.
Angela D’Arrigo
- Antonio Ant Cornacchia
«Nelle città d’arte il turismo s’è mangiato la cultura, alimentare il primo è diventato prioritario rispetto alla conoscenza della seconda, senza che la ricchezza economica generata dai flussi turistici abbia portato ad una riflessione vera sul patrimonio culturale.» «In ambito culturale scarseggia la capacità di attrarre competenze da altri settori. Non è facile trovare consulenti legali o fiscali preparati sul nostro specifico settore.»
Flavio Favelli
- Federica Boragina
«Le cose personali si intrecciano con le cose collettive, è un gioco di specchi, si aiutano l’una con l’altra a non perdersi, come due farfalle che si rincorrono». La ricerca di Flavio Favelli è un caleidoscopio: moltiplica frammenti di vite, ricordi, fatti storici, abitudini e costumi. Svariati oggetti ne declinano le forme. Il vetro smerigliato che lo racchiude è quello di una finestra di una casa borghese dell’Italia di qualche decennio fa…
Teho Teardo
- Fabio Pozzi
«Non ho un metodo, non ho formule, spero sempre di ritrovarmi alla fine di un’esperienza e di esser riconoscibile in ciò che presento.» Ha cominciato a fare musica da solo usando esplosivi e lavatrici, ora compone colonne sonore e suona in giro per il mondo «Credo che una frase di violoncello possa essere più radicale di chi urla a tutto volume con la testa dentro un secchio di microfoni a volume esasperante.»
Guido Mencari
- Antonio Ant Cornacchia
«La fotografia di scena non esiste così come non esiste un solo modo di intendere il teatro. Il teatro è spesso definito con il qui e ora. La fotografia ferma il qui e ora trasformandolo in un ovunque e per sempre. In questa contraddizione sta il senso della ricerca fotografica dello spettacolo dal vivo.»
Gabriella Giandelli
- Antonio Ant Cornacchia
Dagli esordi sulle riviste di fumetto d’avanguardia degli anni Ottanta all’amore per il cinema e la letteratura. Il tono malinconico dei suoi lavori, quel «rimpiangere un mondo che non hai vissuto, che in realtà non c’è mai stato» e il bisogno di “tessere” con le matite colorate «Non posso stare senza disegnare. È una pratica che ti serve a vivere, a stare a questo mondo, qualcosa per me un po’ sacrale».
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