Alessandro Portelli
- Silvio Teot
STORIA. Tra i maggiori studiosi della storia orale, ha pubblicato libri su Bob Dylan, Woody Guthrie, Bruce Springsteen. Ricercatore di canti popolari e di protesta ha collaborato con Gianni Bosio e Giovanna Marini e curato progetti discografici che hanno segnato la storia del movimento operaio. “Pensavamo di poter cambiare il mondo. Poi abbiamo cominciato a pensare che questo mondo andava bene e bastava fare qualche piccolo ritocco. Infine siamo diventati i difensori di questo mondo”
Guido Scarabottolo
- Anna Penone e Antonio Ant Cornacchia
Fra i più importanti illustratori italiani, rivendica pigrizia e indipendenza «Non ho nessuna voglia di disegnare. Non ho mai tenuto un notebook, forse perché compro quaderni, vecchi e carichi di memorie, che mi piacciono così tanto che mi dispiace usarli». Per molti anni autore di tutte le copertine dei libri Guanda, oggi si gode la libertà di fare quello che davvero gli piace «Il mio disegno deve dire prima di tutto “io sono un disegno”, tutta la parte mimetica della pittura non mi interessa». Perché disegna? «Credo che ognuno abbia necessità di esprimersi in qualche modo, di relazionarsi con gli altri anche in tanti sistemi non verbali».
Babilonia Teatri
- Giulia Maria Falzea
«Il teatro serve nel momento in cui è in grado di portare sul palcoscenico temi e persone che ci riguardano, che riguardano noi che stiamo sul palco ma anche chi è in sala e generalmente quello che cerchiamo di fare è di condividere con il pubblico un viaggio, uno studio, un approfondimento»
Julie’s Haircut
- Valeria Lucia Passoni
Luca Giovanardi ripercorre quasi trent’anni di vita della band «Oggi i Julie’s non sono neanche più identificabili nell’indie rock di allora, veniamo rubricati un po’ nello psych, alcune volte nel prog, ma a noi piace questa cosa di essere difficili da inquadrare.»
Silvia Righi
- Sara Elena Rossetti
«Scrivo soprattutto di notte, il giorno lo impiego a convincermi che devo scrivere. Ma anche perché la notte è una dimensione di solitudine: le cose e le persone sono lontane, senti la mancanza di quello che non è accaduto, e osservi i tuoi desideri, e le tue paure, gonfiarsi in modo mostruoso.»
César Brie
- Letizia Buoso
TEATRO. Abbiamo incontrato uno dei maestri del teatro del Novecento, una vita tra Sud America ed Europa alla ricerca di un’esperienza estetica come rivelazione. «Tutta la mia vita ho lavorato senza dipendere da nessuno. In questo paese è un po’ difficile, perché o hai risorse economiche tue o devi chiedere lo spazio a qualcuno, e i teatri sono spesso occupati o legati a partiti ma io non voglio corteggiare i potenti.» Ci ha ricordato che «Dovremmo uscire dal teatro migliori di come siamo entrati: più aperti, più lucidi, più irrequieti.»
Flavio Favelli
- Federica Boragina
«Le cose personali si intrecciano con le cose collettive, è un gioco di specchi, si aiutano l’una con l’altra a non perdersi, come due farfalle che si rincorrono». La ricerca di Flavio Favelli è un caleidoscopio: moltiplica frammenti di vite, ricordi, fatti storici, abitudini e costumi. Svariati oggetti ne declinano le forme. Il vetro smerigliato che lo racchiude è quello di una finestra di una casa borghese dell’Italia di qualche decennio fa…
30+30
- Medea Cornacchia
Trenta poeti più trenta artisti visivi, metà italiani e metà latino-americani, in dialogo sulle pagine dei libri d’artista stampati a caratteri mobili per il Premio Bice Bugatti - Giovanni Segantini.
Daniele Sepe
- Silvio Teot
«Io non sono sicuramente un grandissimo strumentista rispetto a tanti altri, però riesco a percepire la tessitura generale e il senso più profondo di quello che faccio. In definitiva è tutto merito dell’immaginazione. Avere la capacità di immaginare le cose che altri non vedono: collegamenti, assonanze che sfuggono.»
Vanessa Roghi
- Antonio Ant Cornacchia
STORIA. Con la storica del contemporaneo scopriamo cosa significa fare ricerca nell’Italia del 2023. Gli incontri, la casualità, la questione della classe sociale. E poi gli argomenti che le stanno più a cuore: l’educazione, don Lorenzo Milani e Gianni Rodari, che «Da soli non avrebbero fatto molto.»
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