Awand. Rivista analogica di arti e creatività

romanin brancaforte

 

Siciliana d’origine, milanese di formazione, Valeria Brancaforte vive e lavora da anni a Barcellona, città della quale l’aspetto internazionale, la luce e la vitalità mediterranea l’hanno conquistata diversi anni fa.

La sua ricerca si esprime nella grafica d’arte e in special modo nei libri d’artista, alcuni in collezioni di importanti musei e istituzioni artistiche internazionali.

La sua formazione avviene inizialmente a Milano e si perfeziona nella città catalana. Non solo attraverso il disegno e l’incisione, in particolare lo studio della stampa a rilievo e la litografia, ma anche grazie allo studio delle lingue e della letteratura slava. Fin da subito queste due passioni (arte e letteratura) appaiono come inscindibili e forgiano la sua personale cifra stilistica. Influenze visive marcanti sono l’espressionismo tedesco e le avanguardie russe. Da quei riferimenti mutua e sperimenta in modo personale una rappresentazione grafica che fonde e fa dialogare illustrazione e testo, cioè immagine figurativa e immagine della parola. Ciò che affascina l’artista (e affascina chi guarda i suoi libri) è la doppia valenza del testo, il suo stretto legame con l’immagine. Valore e qualità della parola non solo intesi semanticamente, ma anche visti nella loro potenza visiva. Perché nel creare la pagina ogni lettera del testo viene concepita come “un’entità visiva dotata di forza propria” a comporre assieme alle immagini “un’unità grafica inscindibile”. La compiutezza di questo approccio si ha perfettamente nel libro d’artista, dove testo e immagini, parole e illustrazioni, vivono in reciproco scambio. Un dialogo fluido che va nelle due direzioni.

Nell’opera di Valeria Brancaforte la manualità, l’aspetto artigianale, rivestono una grande importanza. D’altra parte la tecnica privilegiata dall’artista è la xilografia, o la linoleografia, fisicamente implicanti. Il disegno (dell’immagine, della parola) emerge dalla materia mediante un atto fisico volitivo ed energico. Tuttavia non del tutto controllabile. Infatti, anche la xilografia, pur essendo tecnica diretta e senza morsure, non è esente da incidenti e da una dose di imprevisto.

Il valore della materia e l’equilibrio tra volontà e casualità, sono ben espressi nel leporello in esemplare unico Gore (Pena), una poesia di Majakovskij nella traduzione tedesca del 1920 di Ekkehard Maaß. Lontano dall’invettiva politica e l’impegno rivoluzionario o la metodica futurista, qui la visione del poeta russo si fa intimista, tutt’altro che epica. Gore è una breve e solitaria visione notturna imbevuta del byt, quel senso di vischiosa stasi a un passo dall’angoscia vicina al baudleriano spleen.

La variante del libro del 2013 è particolarmente interessante. Il supporto è scelto tra le pagine di un dizionario enciclopedico spagnolo degli anni ’30 trovato casualmente. Le caratteristiche peculiari alla superficie vissuta, ruvida e ingiallita, aggiungono il loro proprio carattere al progetto, in una valorizzazione reciproca estetica e sensoriale. La frammentazione dei versi viene resa attraverso una destrutturazione delle matrici: quelle del testo sono passate al torchio due volte con due colori distinti, scomposte e poi riunite a ritrovare leggibilità. Lo scritto si sovrappone studiatamente sul testo preesistente, cui vengono integrati interventi a collage e china, richiami espliciti alla luna incombente e la cupezza della notte (e dell’anima) dei versi.

Il linguaggio nitido, potente e aspro della xilografia obbliga a un’estrema sintesi grafica. Tuttavia qui, come in tutta l’opera di Valeria Brancaforte, il procedimento anziché essere riduttivo, permette piuttosto all’artista di arrivare alla sostanza: tolto il superfluo a beneficio dell’essenziale, si evidenzia il rapporto stretto che intercorre tra segno e significato, valorizzando le qualità grafiche del carattere (a cui si affianca spesso un’accurata ricerca filologica) in rapporto alle altre immagini. Lavoro intellettuale e lavoro manuale a colloquio, quindi, dove la spontaneità del gesto convive con l’intenzione, la carica emotiva col riferimento letterario, avvalendosi sempre delle caratteristiche della tecnica non come limiti ma piuttosto come potenziale.

 

romanin brancaforte 2

 

(...)

L'articolo integrale è pubblicato nel n. 5 di Awand, autunno 2022.
Abbonati, acquistalo o cercalo nei punti vendita.

Tiziana Romanin
Tiziana Romanin
Tiziana Romanin è nata nella provincia veneziana. Nel 1993 si è diplomata in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia. In seguito ha lavorato come assistente ai costumi e alle scene per diversi teatri italiani (Arena del Sole di Bologna, Teatro Rossetti di Trieste tra gli altri) e ha realizzato apparati scenografici per esposizioni ed eventi. Con i disegni per manifesti, depliant e copertine ha iniziato a occuparsi di illustrazione e a collaborare con studi di comunicazione. Contemporaneamente ha iniziato ad occuparsi di incisione e grafica d’arte, realizzando i primi libri d’artista. Nel 1998 si è trasferita a Parigi. Dal 2010 vive stabilmente a Milano. Ha lavorato con molte case editrici e periodici francesi ed italiani: Eyrolles, Sarbacane, Grandir, Odile Jacob, Bruno Mondadori/Pearson, tra le pricipali case editrici; Libération, Le Monde, Télérama, Magazine Litteraire, Madame Figaro, Il Sole 24Ore, Diario, tra le riviste. Dal 2000 per il Centro di Lingua e Cultura italiano di Parigi ha ideato e tenuto dei corsi settimanali per bambini di educazione all'espressione. Nel 2004 su invito dell’Alliance Française di Ahmedabad (India) ha progettato e tenuto delle lezioni teorico-pratiche sul linguaggio del libro illustrato all’Accademia di Belle Arti indiana. Il progetto, chiamato"Approaching-A l’approche", è diventato una conferenza (Salone del Libro di Saint-Priest, Lione, 2004). Dal 2000 a oggi ha ideato e realizzato diversi laboratori creativi per ragazzi e numerosi incontri, conferenze e workshop per adulti sul tema del libro illustrato e sul libro d’artista. Dal 2015 collabora con la scuola di illustrazione MiMaster di Milano. Nel 2022 è stata invitata dall’Istituto italiano di cultura di Parigi al Festival Italissimo per alcuni workshop, firmando anche il manifesto dell’evento. Nel 2022 e nel 2023 ha tenuto delle masterclass e dei workshop al Salone del libro di Montreal (Canada) e alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna. Dal 2023 tiene dei workshop sul libro d’artista all’Accademia di Belle Arti di Firenze.

La sua pagina