Awand. Rivista analogica di arti e creatività

crawdaddy ciaponi

 

Crawdaddy, pubblicata per i primi anni con un punto esclamativo alla fine, è stata una delle più importanti riviste di musica rock della storia dell’underground press. Lanciata nel 1966 da Paul Williams, all’epoca studente dello Swarthmore College, Crawdaddy rappresentò la risposta alla crescente domanda da parte dei giovani degli anni Sessanta di nuovi prodotti editoriali che riuscissero ad analizzare e raccontare quella che era la nuova musica rock che già il nome intendeva celebrare visto che derivava dal Crawdaddy Club, un piccolo e misconosciuto locale di Londra in cui si svolse il primo concerto della decennale carriera dei Rolling Stones.

Williams, già autore di svariate fanzine di fantascienza, decise di dar vita a Crawdaddy che be presto venne definita «la prima rivista a prendere sul serio il rock and roll». Pubblicata con qualche mese di anticipo rispetto alla ben più nota Rolling Stone, Crawdaddy rappresentò la palestra su cui mossero i loro primi passi molti dei più importanti critici musicali del XX secolo, coloro i quali in quelle scarne pagine proposero un nuovo stile giornalistico; sto parlando di nomi del calibro di Jon Landau, Sandy Pearlman, Richard Meltzer e Peter Knobler.

Ciclostilata e distribuita inizialmente come una semplice raccolta di recensioni — all’inizio a firma del solo Williams, Crawdaddy si trasformò rapidamente in quella che possiamo definire una prozine — una rivista simil-professionale con una distribuzione nazionale che avveniva tramite le edicole e gli shop vicini alla controcultura.

Crawdaddy sospese brevemente la pubblicazione nel 1969 per tornare come mensile dopo un anno senza il punto esclamativo nel titolo. Divenuta oramai una delle più vendute riviste del tempo, Crawdaddy veniva stampata in formato tabloid sulla classica carta da giornale suddivisa in quattro fogli. Guidata dal caporedattore Peter Knobler, già autore con Williams di numerosi articoli, Crawdaddy vide la partecipazione nella redazione di autori spesso anche molto famosi come John Lennon, Michael Herr, Dan Aykroyd, PJ O’Rourke e il regista Cameron Crowe. Proprio Crowe dedicò a questa esperienza la pellicola Almost Famous del 2000. Altri collaboratori irregolari furono invece William S. Burroughs, Paul Krassner,  Sly Stone, Bob Marley, gli Who, Eric Clapton, i Rolling Stones, Mel Brooks, John Belushi, Jack Nicholson, Gregg Allman, Muhammad Ali, Joni Mitchell, Roxy Music, Brian Eno e Roy Orbison. Curiosità vuole che all’interno di Crawdaddy fosse presente una rubrica di viaggi che era regolarmente redatta da Abbie Hoffman mentre si trovava in fuga dalle forze dell’ordine prima nel Nord Africa, poi in Europa ed infine negli Stati Uniti, ovviamente tutti gli articoli erano redatti sotto falso nome.

Crawdaddy è stata la più emblematica delle riviste generazionali nota per i suoi articoli ben scritti e taglienti realizzati da un mix davvero eterogeneo di collaboratori che come visto comprendeva registi, atleti, politici, comici e altre celebrità di spicco nella cultura pop del tempo.

Le recensioni dei dischi e dei film erano talvolta spietate e i numerosi longform si caratterizzavano per alcuni veri e propri scoop giornalistici come la presentazione, nel dicembre 1972, di un giovane cantautore del New Jersey allora del tutto sconosciuto alle cronache di nome Bruce Springsteen.

Sotto la direzione di Peter Knobler, Crawdaddy allargò il suo campo di analisi agli aspetti più interessanti della cultura popolare come politica, sport e cinema cambiando poi, nel 1979, anche il titolo della rivista in Feature

Quando il business intorno all’editoria musicale iniziò a mostrare cenni di cedimento Feature perse gran parte dei suoi introiti pubblicitari e quindi dei suoi collaboratori e dopo cinque numeri usciti con il nuovo nome, all’inizio del 1979, fu costretta a cessare le pubblicazioni. 

Nel 1993, Paul Williams tentò di rianimare la testata originale pubblicando ulteriori 28 numeri ma fu costretto anch’egli ad arrendersi di fronte al mutato contesto culturale e alla spietata concorrenza del mondo digitale chiudendo anche la sua nuova avventura nel 2003.

 

Paul Williams 1973 photo UMass Amherst Libraries

 

Crawdaddy n.9 Giugno 1967

 

Crawdaddy n.16 Giugno 1968

 

Crawdaddy n.7 Maggio 1970

 

Paul Williams 1967

 

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L'articolo integrale è pubblicato nel n. 9 di Awand, autunno 2023.
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Francesco Ciaponi
Francesco Ciaponi
Francesco Ciaponi (Pontedera, 1978) è docente di Storia della Stampa e dell’Editoria all’Accademia di belle Arti di Brera, alla LABA Libera Accademia di Belle Arti di Rimini e di Comunicazione visiva all’Istituto Modartech di Pontedera. Fondatore del Centro Studi EdF, progetto di ricerca sulle forme più marginali e sperimentali della comunicazione, ha curato per Lazy Dog insieme a Silvia Sfligiotti il secondo volume della collana di Antologia di cultura grafica dedicata alle Controculture. Il suo ultimo libro è “Fanzine culture” edito da Flaco Edizioni (2024).

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