Awand. Rivista analogica di arti e creatività

Francesca Mariotti Il Giardino delle Esperidi Festival

 

Considerate un borgo aggrappato ad una collina della Brianza lecchese, a soli 50 minuti d’auto da Milano ma in un paesaggio incredibilmente diverso. Da una parte tutto è piano e di verticale ci sono solo grattacieli e boschi posticci per milionari, dall’altra è tutto un arrampicarsi fra boschi veri, lungo strade strette, a volte molto molto strette, che portano su, a circa 700 metri d’altitudine in mezzo a una dozzina di edifici, i più antichi dei quali risalgono al XIV secolo. Campsirago, centro agricolo del comune di Colle di Brianza, era stato abbandonato negli anni Cinquanta, poi ci arrivarono i frichettoni e dopo ancora una cooperativa agricola che lo salvò dalla speculazione edilizia che voleva allungare le propaggini della città infinita fin là.

È nel 1990 che il borgo diventa sede  di un festival teatrale — Campsirago Teatro — che per alcuni anni porta in quel luogo compagnie e artisti da tutt’Italia. Nel 2001 l’esperienza si interrompe ma nel 2005 è Scarlattine Teatro ad ereditarne lo spirito e rilanciare con un nuovo festival, Il giardino delle esperidi. Nel 2022 si è tenuta la sua diciottesima edizione, intitolata Following the sun e per un paio di settimane a Campsirago e nei paesi dei dintorni si è dipanato un fitto programma di spettacoli, camminate, letture e incontri nel paesaggio, nel senso che oltre agli appuntamenti in cui gli spettatori sono comodamente seduti sulle sedie allineate nelle corti dei paesi vicini, nella maggior parte dei casi le performance sono nei boschi, lungo i sentieri, nelle chiesette fra un piccolo centro abitato e l’altro. Anche gli spettatori insomma sono chiamati a performare, scarpinare lungo salite e discese, inoltrarsi anche al buio fra gli alberi di notte, guidati dalle torce, dai giovani volontari e dagli artisti diretti da Michele Losi. Cancellate dalla mente l’immagine dello spettatore pigro e annoiato che stancamente si presenta al botteghino, alle Esperidi c’è da muoversi nel paesaggio, l’esperienza artistica è tutt’altro che passiva e, si sarà capito, non si limita all’osservazione degli attori e performer su un palco, che spesso letteralmente non esiste.

Campsirago è anche, anzi soprattutto, luogo d’arte perché non vive solo del festival: è una residenza artistica, ospita singoli e compagnie «Per permettere alle idee di crescere e ai progetti di svilupparsi, nei tempi e nei modi di cui gli artisti sentono necessità, con la possibilità di produrre nuove opere, senza preclusione di forma, tecnica o stile. Le residenze sono intese come laboratori di ricerca che potranno portare o meno ad un esito finale, luoghi in cui il tema della lentezza, del tempo necessario a fare maturare idee, pensiero e opere saranno completamente nelle mani degli artisti. Le residenze sono anche luoghi di confronto, incontro, contaminazione tra artisti provenienti da realtà ed esperienze diverse, che qui si incontrano, conoscono e scambiano pratiche e idee.» così recita il sito ufficiale, «Le nostre produzioni hanno come cuore la ricerca nell’ambito del teatro nel paesaggio e della performing art, esplorando i linguaggi del contemporaneo e la relazione tra artista, spettatore e paesaggio in una dinamica di contaminazione e multidisciplinarietà, di indagine della relazione fra arte e natura e, negli ultimi anni, anche di sperimentazione dell’uso delle tecnologie digitali proprie del teatro immersivo. Le nostre produzioni, dal teatro itinerante per le nuove generazioni alle performance immersive nel paesaggio, sono profonde esperienze che chiamano in gioco lo spettatore in prima persona, nella relazione poetica e inedita con l’ambiente.»

A sostenere le attività sono il Ministero della Cultura e Regione Lombardia, mentre con il Comune di Colle di Brianza vige un Partenariato Speciale della durata di 25 anni più 25, chi lavora nella cultura sa quanto sia raro e importante poter fare progetti di lunga durata.

Negli anni sono stati recuperati e restaurati gli edifici, creati spazi di lavoro, sale teatrali, cucina e foresteria. Un processo che avrà ora uno slancio ancora più forte perché Capsirago Residenza, sempre in Partenariato Speciale con il Comune, «ha vinto il Bando sulla riqualificazione dei borghi a valere sul PNRR, promosso dal Ministero della Cultura. Il progetto Campsirago Luogo d’Arte, grazie al finanziamento di 1.600.000 euro del PNRR, entro il 2026 porterà azioni culturali e di restauro nell’antico borgo.»

 

Foto di Francesca Mariotti tratta da www.ilgiardinodelleesperidifestival.it

 

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L'articolo integrale è pubblicato nel n. 5 di Awand, autunno 2022.
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Antonio Ant Cornacchia
Antonio Ant Cornacchia
Grafico, art director, giornalista. Ha studiato all'Accademia delle Belle Arti. È il fondatore e direttore di Awand. C'è chi lo chiama Ant, che sta per formica.

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