Annamaria Testa
- Antonio Cornacchia e Marco Livi
Con la saggista e consulente parliamo di comunicazione e creatività «Questa magnifica capacità umana di dar vita a un nuovo che migliora l’esistenza di tutti noi, o che la rende più bella, o che la rende più comoda, o perché l’allunga, o perché la rende più sana, più confortevole, o perché ci intrattiene, o perché la rende più divertente, più gustosa.»
Daniele Vicari
- Antonio Cornacchia e Stefano Lorusso
Il regista di Diaz, Prima che la notte e Sole cuore amore sconfessa chi dà per morto il cinema, ma «Il cineasta medio italiano è maschio, bianco, ricco e piuttosto in là con l’età. Bisogna cambiare questa fotografia per modificare un po’ l’andamento della nostra cinematografia».
Mario Cresci
- Antonio Ant Cornacchia
ARTI VISIVE. Cos’è una bella immagine? È ciò che trasmette, quello che ti fa pensare. Una foto che non accontenta solo lo sguardo, che ti fa chiedere che cosa vuol dire, perché l’hai fatta. Come il cinema, come qualsiasi forma d’arte: è vedere attraverso il tuo sguardo una realtà che ritieni possa entrare nell’immaginario degli altri.
Caterina Cappelli
- Awand
È sua l’illustrazione vincitrice dell’AwandAward 2024 e sulla copertina di questo numero di Awand. Ha 22 anni e sta per completare la triennale in Graphic Design e Art Direction: «Sogno un futuro in cui il mio lavoro possa crescere ed evolversi, acquisendo nuove sfumature e un tratto sempre più distintivo. Mi auguro di vivere in un mondo che sappia comunicare e risolvere pacificamente i suoi conflitti.»
Giuseppe Palumbo
- Antonio Ant Cornacchia
FUMETTO. Dagli esordi su Frigidaire con Ramarro, il supereroe masochista, alle tavole per Diabolik.
L’importanza delle riviste, del lavoro di gruppo e delle figure a cui ha dedicato alcuni dei suoi ultimi lavori, Pasolini e Scotellalaro «Per il recupero di una dimensione umana che dal mio punto di vista non può che essere poetica.»
Diego “Lesivo” Chaves
- Sofia Cantù e Magda Rossi
Fondamenta | Fondazione Rossi. Diego “Lesivo” Chaves, artista urbano colombiano ospite del Premio Bice Bugatti – Giovanni Segantini: «Ciò che mi interessa è che le persone dipingano per strada che facciano teatro o una performance, l’importante è che si riapproprino dello spazio pubblico.»
Daniele Sepe
- Silvio Teot
«Io non sono sicuramente un grandissimo strumentista rispetto a tanti altri, però riesco a percepire la tessitura generale e il senso più profondo di quello che faccio. In definitiva è tutto merito dell’immaginazione. Avere la capacità di immaginare le cose che altri non vedono: collegamenti, assonanze che sfuggono.»
Uliano Lucas
- Antonio Ant Cornacchia
Dagli anni Sessanta fotografa gli invisibili. Tutto cominciò al Jamaica, a Milano, poi è entrato nelle fabbriche, negli ospedali psichiatrici, è stato in Jugoslavia, in Africa, in Cina. Ha portato ovunque il suo approccio umano e il suo spirito libertario.
Angela D’Arrigo
- Antonio Ant Cornacchia
«Nelle città d’arte il turismo s’è mangiato la cultura, alimentare il primo è diventato prioritario rispetto alla conoscenza della seconda, senza che la ricchezza economica generata dai flussi turistici abbia portato ad una riflessione vera sul patrimonio culturale.» «In ambito culturale scarseggia la capacità di attrarre competenze da altri settori. Non è facile trovare consulenti legali o fiscali preparati sul nostro specifico settore.»
Massimo Giacon
- Antonio Ant Cornacchia
Fumetto (ma anche design, musica e arte). Ha pubblicato le sue tavole su tutte le riviste storiche italiane, da Frigidaire a Linus, sempre sul confine fra underground e mainstream. «Il disegno è il compromesso tra quello che vorresti fare e quello che riesci a fare. Alla fine viene fuori qualcosa che non avevi nemmeno previsto, questa è la cosa bella e interessante.»
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