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MUSICA. Dalla scoperta del rap quando era adolescente fino alla nascita di Big Picture Management, passando per AELLE e per le case discografiche. La chiamano “la regina del rap italiano”, È manager di Fabri Fibra, Madame e Marracash. Ci porta alla scoperta delle radici e dell’evoluzione del genere musicale più popolare al mondo.

paola zukar

Paola Zukar in un ritratto di Carlo Furgeri Gilbert

 

La genesi del rap, il suo approdo in Italia ed il suo potenziale ad alto impatto sociale. Ma anche di cosa significhi raccontare, seguire una passione e l’indipendenza professionale in un ambiente prevalentemente maschile e di come la tecnologia possa contribuire all’evoluzione del settore musicale. Ne abbiamo parlato con Paola Zukar, la signora del rap italiano.

Iniziamo dalla domanda più banale e basic: che cos’è il rap e cosa non è?

Il rap è la forma d’arte più dirompente ed innovativa degli ultimi cinquant’anni, ha ribaltato i canoni e gli standard di ciò che si intendeva essere la musica prima che arrivasse. Agli esordi era spoglio, minimale, brutale, ricordava il punk come approccio, anche se con lui e con la sua attitudine distruttiva non c’entrava nulla: il rap è costruttivo, nonostante i suoi testi siano talvolta nichilisti aprono sempre ad un certo tipo di luce.
Quello che non è: i tanti pregiudizi che negli anni si è scrollato di dosso a suon di fatti e musica.
Il rap è diventato il genere più popolare in assoluto nel mondo e si è radicato localmente in vari territori che lo hanno saputo accogliere, apprezzare e valorizzare: ogni nazione ha dato il suo contributo all’evoluzione del rap, ma non dimentichiamoci della sua matrice afroamaericana e controculturale, due caratteri che ultimamente si ritrovano meno, purtroppo, anche in America, ma che porta nel DNA. È nato negli anni Settanta nel Bronx: il primo conclamato esperimento di festa puramente hip hop nasce dalle idee e dalle mani di Kool Herc, dj di origine giamaicane che per primo ha immaginato questo genere, ha creato — usando il giradischi perché non poteva permettersi di chiamare una band! — musica nuova da dischi già pubblicati, trasformandoli, ritagliandoli, cucendoli.
In poco tempo il rap ha avvicinato tanti adepti e fan che lo hanno trasformato, migliorato, avvalendosi nella sua evoluzione delle scoperte tecnologiche che si sono affacciate sul mercato, come la batteria elettronica della Roland, la TR-808 o i giradischi Technics.
Il rap ha saputo inglobare generi musicali: pensa ai Run DMC con gli Aerosmith che hanno fuso rap e hard rock, al metal e a nu metal come è accaduto con Slayer e Limp Bizkit, ma anche alla disco, alla trap… il rap è un genere che non muore mai perché continua ad assorbire anche le nuove tendenze, risultando sempre nuovo e innovativo anche dopo cinquant’anni.

E in Italia? Com’è iniziato tutto?

Le strade del rap americano e di quello italiano si sono unite negli anni Ottanta anche se nei Settanta c’era già chi ascoltava i dischi che arrivavano dagli Stati Uniti.
Non è stata facile l’alfabetizzazione del rap in italiano in quanto la nostra lingua è molto diversa dall’inglese e dal francese, è un genere che ha attecchito prima in Inghilterra e poi in Francia, per arrivare da noi c’è voluto più tempo.
Il primo pezzo che ha dimostrato si potesse fare rap in italiano è Sfida al Buio di Speaker Deemo: si tratta del primo esperimento riuscito di rap in italiano, mentre alcuni provavano in inglese, c’era chi sperimentava nei centri sociali l’uso della nostra lingua, non era facile scrivere su un genere così nuovo, in una nuova lingua e con nuovi argomenti ed era normale ne uscissero più imitazioni del rap americano che pezzi identitari.
Negli anni Novanta c’è stata la grande fioritura del rap Made in Italy con uno dei dischi cardini SxM dei Sangue Misto, tanti lavori underground che hanno creato la base per altre sperimentazioni, gli ingressi in classifica degli Articolo 31, Frankie Hi-Nrg e Sottotono: sono stati tantissimi i tentativi pienamente riusciti di rap in italiano che sono stati di ispirazione per chi è venuto dopo di loro. Basti pensare a Fibra che nasce con Neffa dei Sangue Misto.

 

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L'articolo integrale è pubblicato nel n. 11 di Awand, primavera 2024.
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Valeria Lucia Passoni
Valeria Lucia Passoni
Sagittario classe 1985.
Consuma dischi, divora libri ed accumula biglietti di concerti.
Poi ogni tanto lavora anche a maglia e all’uncinetto.

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