Awand. Rivista analogica di arti e creatività

MUSICA. Il leader dei Marlene Kuntz parla della sua scrittura: «Nei testi per i Marlene “io”, è un “io” sfaccettato che vorrei riguardasse molti altri, nel disco solista sono io a tutti gli effetti». I danni delle piattaforme e le difficoltà di essere artista oggi, ma: «Non riesco proprio a immaginarmi senza palco. Credo che salire sui palchi a suonare sia la vera “scimmia” per quasi tutti i musicisti.» L’album con 15 suoi testi scelti da Awand

cristiano godano foto di antonio cornacchia

Cristiano Godano in una foto di Antonio Cornacchia

 

Ti troviamo nel mezzo del tour che ti sta portando in giro sia con i Marlene Kuntz che per date soliste. L’Italia che incontri è quella che appare sui social?

Per fortuna sono due pianeti diversi. I social potenzialmente potrebbero essere belli e positivi, sono invece un luogo particolarmente negativo, di astio e nervosismo. Devo comunque fare un distinguo: chi gestisce i luoghi dove vado per fare le mie performance ed il pubblico che viene ad assistere ad esse sono persone interessate a me e si sentono tenute a gestirmi al meglio, sono quindi sempre gentili e posso dire che mediamente incontro belle persone; poi per arrivare in questi luoghi devo muovermi e ultimamente lo faccio con il treno, mi mescolo dunque con la gente e ho notato che il nervosismo che esplode in rete nella realtà invece è molto diradato. Forse sono fortunato io.

In tutti questi anni da cosa hai tratto più sollecitazioni per la tua arte? Esperienze personali, letture, introspezione o altro ancora?

Un mix di quanto hai detto e anche altro. Ogni occasione di vita vissuta, se vissuta pienamente può essere occasione di ispirazione creativa. Ad esempio il nostro ultimo disco, Karma Clima, l’abbiamo fatto in tre residenze artistiche presso comunità montane e anche solo il confronto con la natura, per me che dovevo ancora scrivere i testi, era stimolante. In due casi è stato proprio guardando la natura che mi sono trovato a descriverla e ad usarla come escamotage per poi parlare d’altro. Poi sicuramente le letture, ma anche guardare un film, andare a un’esibizione museale o ascoltare ottima musica. Anche leggere poesie è importante, quando devo scrivere testi e non so bene da che parte cominciare mi confronto molto con la poesia. Non la frequento nella mia quotidianità, a parte appunto quando inizio il processo creativo della scrittura; in quei casi il confronto è molto coerente ed attinente: sia il cantante sia il poeta scrivono in versi, quindi la lettura di poesie mi fa entrare in quella dimensione che mi farà tormentare nelle ore a venire.

Scrivi in qualsiasi momento? Ad esempio ora che sei in tour riesci a scrivere o, come diceva Nick Cave, devi essere a casa e fare orari d’ufficio?

Io non sono molto bravo ad approfittarne quando sono in giro, il treno ad esempio nonostante tutto mi stanca parecchio, quindi preferisco leggere. Per il mio processo di scrittura devo inaugurare il nuovo “capitolo disco” e da quel momento in avanti è ciò che faccio, mi concentro su quello fino a che non ho finito. Nei restanti giorni della mia vita più che altro gestisco le menate, che in questo mondo iperconnesso si sono centuplicate. Non ho la possibilità di assumere delle persone che le gestiscano per me, quindi sono subissato di mail, chiamate, messaggi. Questo è folle ed evidentemente impedisce a una persona di svegliarsi al mattino e fare solo l’artista. Nick Cave probabilmente ci riesce, perché può davvero permettersi di avere delle persone che lavorano per lui; che io sappia lui scrive tutti i giorni, anche quando è in giro, ma non testi di canzoni, perché sono, per sua stessa ammissione, il momento più complicato, mentre in prosa ha una grandissima fantasia, l’ha dimostrato in particolare con La morte di Bunny Munro, e dà l’impressione che gli risulti molto semplice scrivere in ogni momento.

 

(...)

L'articolo integrale è pubblicato nel n. 9 di Awand, autunno 2023.
Abbonati, acquistalo o cercalo nei punti vendita.

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Nasce nel 1984. Studi liceali e poi al Politecnico. La grande passione per la musica di quasi ogni genere (solo roba buona, sia chiaro) lo porta sotto centinaia di palchi e ad aprire un blog. Non contento, inizia a collaborare con alcuni siti (Indie-Eye, Black Milk Mag, Vorrei) fino ad arrivare qui. Del domani non v'è certezza.

La sua pagina


© Riproduzione riservata. È vietata qualsiasi riproduzione su qualsiasi mezzo senza autorizzazione esplicita di Awand e degli autori.
© All rights reserved. Any reproduction on any medium is forbidden without the explicit authorization of Awand and the authors.