Awand. Rivista analogica di arti e creatività

bonefro santoro

 

Cataloghi di mostre, locandine di convegni, una consistente collezione di pubblicazioni sia italiane che estere e riviste internazionali tra cui anche una copia de El Machete - organo ufficiale del partito comunista messicano. Chi volesse accedere all’archivio Modotti potrebbe fruire molteplici reperti: dossier dei servizi segreti di mezzo mondo, report della polizia politica del regime italiano (OVRA), descrizioni delle missioni svolte a Mosca, resoconti delle operazioni in Spagna durante la guerra civile e le lettere di Pasquale Benvenuto, suo fratello minore. Gran parte della vita politica di Tina Modotti si può visionare qui, in una ricostruzione per frammenti storici che ne delinea tappe e obbiettivi. Si trova a Bonefro, in Molise, questa accurata opera di indagine attuata soprattutto attraverso fonti tangibili individuabili nell’autorevolezza dei testi. In quella che è stata una cella monacale, raccoglitori catalogati con cura custodiscono documenti storici sulla prorompente statura dell’italiana giramondo. Fotografa e militante comunista, nella seconda metà degli anni ‘20, attuò una visione sociale della fotografia, ma rinunciò all’arte in favore di un impeto politico che la condusse ai vertici del Soccorso Rosso Internazionale (organizzazione sovrannazionale per la solidarietà sociale e il supporto umanitario). Schedata dai governi di diversi Paesi, incluso quello fascista, non rinnegò mai i suoi ideali rivoluzionari. Morì d’infarto a soli 46 anni nel 1942, consegnando la propria storia al mito.

L’Archivio Tina Modotti è elemento di rottura con la storia di Bonefro, eppure è ben integrato nel polo museale e ne amplia l’ambito. Lo conferma Carmen Lalli, assessore alla cultura, quando manifesta soddisfazione nel percorrere in rassegna le sale che sovraintende. L’Archivio nasce per volontà di Christiane Barckhausen-Canale, traduttrice e scrittrice nata e vissuta nella Repubblica Democratica Tedesca. “Volevo che l’Archivio di Tina, che è italiana, fosse in Italia”, ammette con semplicità disarmante. Tra le più autorevoli biografe di Tina, è forse lei il vero cuore dell’Archivio e lo dimostra riportando aneddoti e dettagli ai visitatori, mostrando le carte, illustrando le immagini. Ma perché proprio Tina? “Ha vissuto il conflitto tra vita e arte, tra famiglia e impegno sociale”, asserisce Christiane che ha individuato nella figura della Modotti uno spirito libero da emulare.

La piccola biblioteca vanta anche le trascrizioni delle interviste curate da Christiane e da Elena Poniatowska (autrice di Tinissima), a persone che hanno incrociato il percorso dell’attivista di origini friulane. Ma a far vibrare è la presenza di una delle rare lettere scritte da Tina durante gli anni del Soccorso Rosso in Messico. Carteggi preziosi preservati dall’oblio che provano l’emancipazione di una donna in tempi e contesti essenzialmente avversi.

 

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L'articolo integrale è pubblicato nel n. 9 di Awand, autunno 2023.
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